Esiste una garanzia legale sugli impianti dentali?

By: | Tags: | Comments: 0 | Marzo 10th, 2017

Esiste una garanzia legale sugli impianti dentali?

Intorno agli anni ’90 dopo circa un decennio di utilizzo degli impianti osteointegrati, si sosteneva che le percentuali di successo a lungo termine fossero superiori al 95%, affermando che un impianto sarebbe durato per sempre.

Nel corso di questi trent’anni, con maggior casistica ed esperienza clinica, la situazione è cambiata significativamente, in quanto i rischi sono aumentati molto in virtù del fatto che ci si è allontanati dai protocolli iniziali e dai materiali che all’inizio erano supportati da evidenze scientifiche.

Quando informiamo i nostri pazienti sulle possibili complicanze di un intervento di implantologia ci troviamo necessariamente ad affrontare la questione della “perdita dell’integrazione dell’impianto o della mancata osteointegrazione dello stesso”. L’argomento è delicato, sia in termini biologici che economici, con una probabilità intrinseca legata al fallimento implantare (precocemente) e anche della riabilitazione protesica (tardivamente).

Il paziente deve essere informato con un consenso sulla terapia da eseguire, sulle modalità, sui rischi e sulle complicanze, sui costi e sulle possibili alternative terapeutiche, considerando e informando che il paziente trattato con impianti dentali è sempre un paziente a rischio.

Considerazioni medico legali possono essere fatte, come per tutte le prestazioni professionali odontoiatriche, tenendo in considerazione che il rapporto fra paziente e dentista è di tipo contrattuale dove entrambe le parti si obbligano (si impegnano) a qualche cosa al cui rispetto è subordinata la validità del contratto. Il paziente si impegna a seguire le indicazioni del medico e a corrispondere l’onorario concordato mentre il professionista si impegna all’obbligo di garanzia.

In cosa consiste?

Nel caso specifico degli impianti dentali, considerando l’assenza di dati sulla durata oltre i dieci anni, si può considerare che la loro sopravvivenza a dieci anni non sia inferiore al 90%, pertanto si ammette, secondi i criteri di valutazione del danno odontostomatologico, un rifacimento degli impianti per i soggetti nei quali la terapia implantare sia stata adottata prima dei 40 anni. Detto questo, vige il buon senso tra le parti; ovvero: da una parte l’etica professionale secondo cui il professionista garantisce un impianto almeno 10 anni e adopera tutto ciò che ha a disposizione (igiene professionale, sondaggi e radiografie endorali) per diagnosticare eventuali problematiche all’impianto stesso o alla protesi ad esso connessa. Dall’altra parte il paziente dovrà rispettare le visite di controllo (preferibilmente ogni 3-6 mesi), le sedute di igiene orale, il controllo periodico della salute implantare nonché una buona igiene domiciliare, come indicato e suggerito dal professionista.

Qualora una delle due parti non rispettasse le basi di questo “contratto”, il rapporto di fiducia verrà meno.

Anche il materiale usato per gli impianti è altrettanto garantito?

Il materiale utilizzato come soluzione standard per la realizzazione degli impianti dentali è il titanio; le ragioni che hanno portato a questa consapevolezza sono da ricercarsi nelle proprietà che il titanio ha dimostrato di possedere, come: biocompatibilità, estrema leggerezza, grande resistenza meccanica, elevato punto di fusione, elevata resistenza alla corrosione, e dalla grande documentazione negli studi presenti in letteratura.

Tuttavia, nell’ambito dei materiali ceramici esistono impianti in biossido di zirconio stabilizzati con ossido di ittrio, materiale avente una buona resistenza alla frattura e alta biocompatibilità.

A causa del numero limitato di studi clinici pubblicati e di un periodo di osservazione fino ai 5 anni, non indicativi in termini di sopravvivenza a lungo termine, i ricercatori affermano che il titanio per ora rimane il materiale migliore per la fabbricazione degli impianti.

Detto ciò, le migliori case produttrici di impianti dentali al mondo, garantiscono i loro prodotti in relazione alle loro elevate proprietà e alla biocompatibilità e nei casi clinici di fallimenti ben documentati clinicamente (o nei casi di problematiche quali rotture) riconoscono una garanzia e sostituiscono senza alcun problema la vite implantare al professionista. Pertanto, considerato che esistono più di 300 differenti marche di impianti, è raccomandabile affidarsi a professionisti che utilizzano i migliori prodotti sul mercato supportati da una valida letteratura.

Quanto dura la garanzia sui materiali?

Il titanio è un materiale inerte all’interno dell’osso in cui viene inserito che non subisce modifiche di forma, colore e resistenza alla corrosione alcuna. Noi professionisti, però, non abbiamo la possibilità e la responsabilità di dire ai nostri pazienti per quanto tempo le case produttrici di impianti garantiscono i loro prodotti. Consapevolmente, se vengono rispettati i protocolli chirurgici e protesici che le case produttrici pongono nell’adeguato utilizzo dei loro impianti, vi sarà modo di trovare una valida soluzione per garantire la soddisfazione del paziente.

In quali casi tale garanzia non può essere applicata?

Il paziente deve essere informato dal professionista relativamente ai rischi associati ad una terapia implanto-protesica (consenso informato) ed assumersi delle responsabilità qualora non dovesse rispettare i propri doveri. Per un paziente che non rispetta richiami e controlli, che non segue le istruzioni per una corretta igiene orale domiciliare e che non segue le precauzioni del caso, sarà difficile sostenere e richiedere al curante una “garanzia” sulla durata a lungo termine di tale terapia.

Ipotizziamo che un paziente dopo un anno si presenti in studio con un problema legato all’impianto … come si dovrebbe comportare lo studio medico che ha posato l’impianto?

Qui entra in gioco sia l’etica professionale sia il rispetto di ciò che in fase precontrattuale si è concordato fra paziente e professionista; può capitare che pazienti implantati, per differenti motivi, possano assentarsi dalle visite di controllo presso lo studio.

Se nel consenso informato al paziente è indicato e ben chiaro il dovere di rispettare i controlli e le sedute di igiene per minimizzare il più possibile le problematiche, il paziente in tal caso è anch’esso responsabile dell’accaduto, in quanto diagnosticato il problema in fase precoce si possono limitare i danni. È bene che il professionista riporti in cartella clinica, con datazione precisa, tutte le volte in cui il paziente non ha risposto o ha rifiutato o rimandato i richiami o le visite di controllo, al fine di avere una documentazione sanitaria completa in caso di contenzioso.

È anche vero che l’impianto dovrebbe durare almeno una decina di anni e in tal caso si deve trovare un incontro fra le parti per affrontare il problema. Quando, però, l’atteggiamento del professionista è del tutto negligente in tal caso è quasi impossibile evitare poi riscontri medico-legali.

Dott. Oscar Arnaboldi, Odontoiatra – Implantologo

Consulente Tecnico del Tribunale di Milano – Medici con specialità in Odontoiatria Generale

You must be logged in to post a comment.